Cosa cercano questi ragazzi…

Cosa cercano questi ragazzi…

Presso la prestigiosa Sala dei Notari in Perugia il 27 novembre si è svolto l’incontro “Non esistono ragazzi cattivi” con Don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile di Milano e fondatore della comunità Kayros, che ospita adolescenti e giovani maggiorenni con procedimenti penali e provvedimenti amministrativi e civili in corso. L’incontro, patrocinato dal Comune di Perugia, e promosso da Portofranco Umbria insieme all’Arcidiocesi di Perugia – Città della Pieve e la Libreria delle Volte, ha visto la partecipazione di oltre 300 persone, per la maggior parte studenti delle scuole superiori e insegnanti.

Ha introdotto l’incontro Maurizio Brizioli, Presidente di Portofranco Umbria, che ha ricordato l’intuizione dell’allora Rettore dell’Istituto Sacro Cuore di Milano, Don Giorgio Pontiggia, da cui ha preso il via l’esperienza di Portofranco a Milano nel 2000. Ha poi raccontato della nascita e della attività di Portofranco a Perugia, sottolineando il metodo che lo caratterizza e della consonanza con l’esperienza di Don Claudio Burgio.

La Dott.ssa Elena Ranfa, Presidente del Consiglio Comunale di Perugia, ha portato i saluti dell’Amministrazione, sottolineando l’importanza di realtà come Portofranco per il loro contributo nell’affrontare il disagio giovanile e la piaga della dispersione scolastica. Realtà che, tra l’altro, conosce molto bene visto che vi partecipa anche suo figlio.

Il tema dell’educazione come attenzione alla domanda di significato che ogni giovane porta nel profondo della sua esperienza di vita, è stato al centro del dialogo a partire dal dramma dei recenti eventi del quartiere Corvetto a Milano. Don Burgio nel dialogo con monsignor Maffeis e con i molti partecipanti intervenuti, ha raccontato dell’evoluzione nella sua vita di parroco e di cappellano del carcere minorile del Beccaria della sua vocazione di educatore, delle tante storie di ragazzi che ha incrociato e dei quali ha individuato i bisogni e i drammi. Il compito dell’adulto, genitore, insegnante o educatore che sia, resta quello di essere profondamente sé stesso, di essere una proposta seria e condivisibile alla domanda di significato che ogni ragazzo porta con sé nell’impatto con la realtà. I cancelli aperti della comunità Kayros, dove molti di loro hanno ritrovato un’opportunità di rinascita, sono il segno dell’altra parola chiave uscita dall’incontro: la parola fiducia. Occorre saper investire nel desiderio, nella tensione al vero e al bello, alla felicità che muove ogni ragazzo nelle scelte e nei progetti, sapendoli ascoltare e cogliendo l’energia dei loro talenti e delle loro possibilità, anche nella tempesta dei loro fallimenti.

Il contesto dell’incontro ha dato voce a tante situazioni anche locali in cui la testimonianza di Don Burgio è stata letta come uno stimolo e un esempio concreto e significativo per riconoscere e far crescere quegli spazi significativamente umani in cui tanti si impegnano incontrando i ragazzi e le loro famiglie.
Lorena Urbani

Riportiamo quanto scritto dal Vescovo Ivan Maffeis nella newsletter della Diocesi a seguito dell’incontro con Don Burgio del 27 novembre:

“SOLO LA FIDUCIA GUIDA IL CAMMINO”
Impieghiamo diverso tempo a sfollare dalla Sala dei Notari. I ragazzi che hanno riempito la serata ritardano il passo per continuare il dialogo con don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile di Milano. Più d’uno lo invita nella propria scuola, perché ci si possa incontrare anche con gli altri coetanei.

Cosa cercano questi ragazzi se non uno sguardo che assicuri loro fiducia, una stretta di mano più forte – perché fedele – dei momenti della solitudine e dello smarrimento, un volto di adulti disposti ad ascoltare, a credere e a prendersi cura di quanto si muove nel loro cuore?

Penso sia questa la Chiesa a cui guarda Lorenzo Jovanotti dalle pagine del Corriere: “Non voglio cantare un mondo in cui non esista la religione. La fede è la cosa più umana di te. La Chiesa è trascendenza. È la presenza di Dio nella storia. La Chiesa è casa mia. Ci sono nato dentro”.

Questa Chiesa affronta un nuovo Avvento per incontrare nel Natale la sorgente stessa della speranza e condividerne la luce nella compagnia degli uomini.”