In “Peregrin d’amore”, Affinati accompagna il lettore in luoghi storici e letterari, in senso fisico e metaforico, e si fa pellegrino assieme a noi nella ricerca della risposta alla secolare domanda: “Cosa significa essere italiani?”.
Nel suo viaggio, egli interroga Dante, Petrarca, Boccaccio e Leopardi, ma anche Campana e Fenoglio. E come in ogni viaggio che si rispetti, gli accade l’inaspettato: parla di San Francesco ad una giovane prostituta nigeriana; diventa il Renzo de I Promessi Sposi mentre è in fuga nei boschi lombardi; ritrova il fantasma di Cesare Pavese nel deserto di Yuma, tra gli Stati Uniti ed il Messico. Ciò che scopre, alla fine, è che la letteratura italiana non bada molto ai limiti geografici o temporali, ma piuttosto vive e si muove con noi, ci accompagna, può dare risposte alle insidie e ai tortuosi ostacoli della vita con il “valore dell’arte”, ed è anche in essa che possiamo trovare la nostra identità.
Eraldo Affinati ha dedicato la sua vita all’educazione: non solo è professore di italiano e storia alle superiori, ma è anche e soprattutto il fondatore, insieme alla moglie Anna Luce Lenzi, delle scuole Penny Wirton – istituti dedicati all’insegnamento gratuito della lingua italiana ai migranti.
È a persone marginalizzate come queste che Affinati si rivolge più volentieri: giovani migranti, minorenni non accompagnati, ragazzi provenienti da contesti difficili. La stessa vocazione ispira anche la sua opera letteraria, nella quale ricorre l’amore tanto per la grande letteratura quanto per i grandi maestri.
Il libro è acquistabile alla Libreria delle Volte, dove è altrettanto possibile acquistare “Italiani anche noi”, corso di lingua italiana per stranieri e libro di esercizi scritto dallo stesso Eraldo Affinati.