Lo scorso 7 giugno, la scrittrice e pedagogista Barbara Baffetti ha presentato presso la Sala del Dottorato il suo ultimo libro, Educare alla differenza.
Questo libro nasce con l’auspicio di aiutare gli adulti a diventare “fiaccole” – come scritto anche in Amoris Laetitia – nel cammino degli adolescenti, con la certezza di accompagnarli in un processo di ricerca dell’Io, del Tu e del Noi.
«Stare in ascolto dei giovani vuol dire attraversare quella terra di mezzo che stanno abitando, avendo consapevolezza che si tratta di un terreno sacro. Non lo si può fare se non comprendendo che la complessità che ci sta di fronte è un misto di fragilità e bellezza di cui dobbiamo aver rispetto», scrive l’autrice nelle prime pagine di Educare alla differenza.
Arianna si preoccupa di non ferire i suoi genitori, Marco invece si descrive come «un casinaro, un rompiscatole, un vagabondo» e, da ultimo, anche come «uno sfigato». Martina sa che, nonostante sia donna, non le piacciono i ragazzi, e trova ingiusto doversi nascondere, ma ha anche paura di «fare schifo» agli occhi degli altri. Luigi, invece, è terrorizzato dalla possibilità che la sua fidanzatina possa essere rimasta incinta a causa sua. Ed infine Rachele si domanda che senso abbia chiedere aiuto agli adulti, se poi gli adulti se ne vanno.
Quale mondo è stato insegnato agli adolescenti di oggi? Soprattutto, chi stanno diventando i nostri ragazzi e le nostre ragazze? Sono questi gli interrogativi ai quali cerca di rispondere l’autrice raccontandoci, tramite diversi incontri con i giovani presso scuole e parrocchie, le loro paure e debolezze, le loro insicurezze, il mondo nel quale sono nati e gli occhi con i quali lo guardano.
Questo libro costringe il lettore a lasciarsi interpellare dall’inquietudine dei giovani di oggi, a rintracciare il luogo in cui si trovano – come dice Papa Francesco, ad incontrarli nella circostanza della vita che stanno traversando e a identificarsi con l’adolescente e tutte le sue fragilità.
Ci sono vite delicate che hanno bisogno di noi, degli sguardi non giudicanti ed empatici che dovremmo essere in grado di rivolgere loro, perché non sanno ancora come essere uomini e donne, né sanno come definirsi a se stessi o agli altri.
E allora «si tratta di accompagnare i nostri figli e le nostre figlie a definirsi come persone e di aiutarli a comprendere che tale definizione avviene necessariamente in una differenza, in un Io che si pone di fronte a un Tu».
Il libro è acquistabile presso la Libreria delle Volte.
Recensione a cura della Libreria delle Volte