Lunedì 16 settembre si è svolto l’incontro dei volontari di Portofranco Umbria. Per riprendere le ragioni del nostro impegno abbiamo chiesto a Gianni Mereghetti, docente di Milano, di raccontarci l’inizio della storia di Portofranco.
Gianni ci racconta della intuizione di Don Giorgio Pontigia, Rettore dell’Istituto Sacro Cuore di Milano che ad un gruppo di insegnate dice:
“Mi sembra che i giovani di oggi non siano presi sul serio. Tutto quello che infatti si fa per i giovani di oggi, spendendo miliardi, è aiutarli nel tempo libero, nei loro passatempi.
Questa constatazione mi ha fatto pensare che il vero aiuto che si deve a una persona non è ampliare il suo divertimento, ma condividere il bisogno che vive.
Che cosa esprimono questi ragazzi? Una difficoltà nello studio, nella frequenza a scuola. Quindi, cominciamo da lì”
Era il novembre del 2000. Attorno ad un primo nucleo di insegnanti, nel corso degli anni, si sono aggregati altri docenti, professionisti, giovani studenti universitari o semplici pensionanti mossi da una passione educativa.
Gianni, durante il suo racconto ci tiene a sottolineare che il metodo di Portofranco risiede innanzitutto in uno sguardo pieno di gratuità e di attenzione ad ogni ragazzo, da qui la scelta dell’aiuto uno a uno, cercando di comprendere la reale difficoltà che lo ha portato a chiedere aiuto al Centro. Attraverso l’esperienza degli incontri che lui stesso ha avuto ed ha quotidianamente a Portofranco, il prof. Mereghetti ci confida come la difficoltà più grande che nota nei ragazzi è la loro incapacità a cogliere il loro valore unico, proprio come persona e di conseguenza una sfiducia rispetto a se stessi e a ciò che incontrano. E quindi la difficoltà a cogliere i propri talenti. Insomma è una sfida che coinvolge l’adulto costringendolo ad uno sguardo pieno di ascolto e di attesa paziente che permetta di comprendere come sostenere ogni ragazzo.
L’incontro termina con alcune domande dei volontari, che mettono in luce anche le difficoltà nel sostenere i ragazzi difronte alle problematiche e ai bisogni che vengono a galla durante le lezioni.
Mereghetti, valorizzando ogni intervento ci ricorda che non esiste una risposta automatica, ma che occorre una grande capacità di ascolto per comprendere la particolare situazione
di ogni ragazzo e provare a dare un sostegno adeguato alle particolari problematiche che ognuno porta con sé.
Segue poi un momento conviviale durante il quale il Presidente informa i volontari della apertura della nuova sede e delle attività che il Centro sta pensando per il nuovo anno, invitando tutti a collaborare alla loro costruzione.
Per saperne di più sulla storia di Portofranco proponiamo il video Ricordo di don Giorgio Pontiggia